Regno di Sicilia | |
---|---|
Motto: Animus Tuus Dominus (in uso nel Vespro siciliano del 1282) | |
![]() | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Regno di Sicilia |
Nome ufficiale | Regnum Siciliae |
Lingue ufficiali | latino (1130-1816) siciliano (c.1230-1523)[1] italiano (c.1523-1816)[2][3][4] |
Lingue parlate | siciliano, italiano,[2][5] gallosiculo, lingua d'oil,[6] normanno, arberesco, greco-bizantino[7] |
Capitale | Palermo |
Altre capitali | Napoli (1266-1282)[8] |
Dipendente da | ![]() (1412-1479) ![]() (1479-1713) ![]() (1720-1735) |
Dipendenze | ![]() (1135-1160) ![]() (1185-1302) ![]() (1272-1282) Gerba e Isole Kerkenna (1284-1392) ![]() (1312-1381) ![]() (1319-1390) ![]() (1530-1798; de iure, de facto governato dai cavalieri di Malta come vassalli del Re di Sicilia)[9] ![]() (1713-1720) |
Politica | |
Forma di governo | monarchia parlamentare, monarchia costituzionale (1812-1814) |
Re | Re di Sicilia |
Organi deliberativi | Parlamento del Regno di Sicilia, Magna Curia, Sacro Regio Consiglio del Regno di Sicilia, Deputazione del Regno di Sicilia |
Nascita | 25 dicembre 1130 |
Causa | Incoronazione a Rex Siciliae del Gran conte Ruggero II d'Altavilla |
Fine | 8 dicembre 1816 |
Causa | Fusione del regno di Sicilia con il Regno di Napoli e nascita del Regno delle Due Sicilie ad opera del re Ferdinando IV di Borbone |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Abruzzo (incluso il Cicolano), Molise, Campania (che allora includeva anche Sora, Arpino, Aquino, Cassino e il monastero di Montecassino, Formia, Gaeta, Fondi), Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Malta fino al 1282, successivamente i regni diventarono due |
Territorio originale | Sicilia-Italia meridionale-Malta fino al 1282 |
Massima estensione | Conquista della Tunisia, dell'Albania e della Grecia occidentale con la dinastia degli Altavilla nel XII secolo |
Popolazione | 1 700 000 nel 1800 |
Economia | |
Valuta | oncia d'oro, piastra siciliana, tarì, grano, picciolo |
Commerci con | Stato Pontificio, principali stati italiani ed europei, paesi arabi |
Esportazioni | olio, vino, grano |
Importazioni | metalli preziosi, spezie |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Cattolicesimo |
Religione di Stato | Cattolicesimo di rito latino |
Religioni minoritarie | Ebraismo (fino al 1492) |
Classi sociali | Baroni, clero, funzionari statali, popolo |
![]() | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Succeduto da | ![]() |
Il Regno di Sicilia (in latino medievale Regnum Siciliae) fu un antico Stato italiano esistito dal 1130 al 1816, ovvero fino all'istituzione del Regno delle Due Sicilie.
Costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria), e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. Per questo è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo.[10][11][12][13][14][15][16][17][18]
Il nuovo Stato insisteva, oltre che sulla Sicilia, su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio e importante degli antichi Stati italiani; il suo assetto giurisdizionale risultava ben definito fin dalla promulgazione delle Assise di Ariano del 1140-1142.[19]
A seguito di contrasti con Manfredi di Svevia, appartenente alla famiglia imperiale degli Hohenstaufen che era succeduta agli Altavilla, papa Clemente IV nominò, nel giorno dell'Epifania del 1266, Carlo I d'Angiò nuovo Rex Siciliae. Ma il pesante fiscalismo imposto dai sovrani della dinastia angioina e il malcontento diffuso a tutti gli strati della popolazione isolana determinarono la rivolta del Vespro; a questa seguì la guerra dei novant'anni tra Pietro III d'Aragona, imparentato con gli Hohenstaufen, e gli Angiò. Sconfitto, il 26 settembre 1282, Carlo d'Angiò lasciò definitivamente la sola Sicilia nelle mani della dinastia aragonese, che con Federico III di Sicilia diede vita alla autonoma Casa regnante degli Aragona di Sicilia.
Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia moderna come "Regno di Napoli") e Regnum Siciliae ultra Pharum ("Regno di Sicilia", che, per un certo periodo, dal 1282 al 1416, fu noto anche come Regno di Trinacria).
Dal 1412, i sovrani della dinastia aragonese governarono l'isola avvalendosi di viceré. Nel 1479, con l'unione personale di Aragona e Castiglia, la Sicilia divenne un vicereame della monarchia spagnola. A partire dal 1516, il regno di Sicilia, con Carlo V, passò dai Trastámara agli Asburgo, continuando a essere governato attraverso viceré. Nel 1713, con il trattato di Utrecht, l'isola fu consegnata al duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che così conseguì per sé il titolo regale. Nel contesto della politica espansionistica della Spagna di Filippo V e di Elisabetta Farnese, e al formarsi della Quadruplice Alleanza, la Sicilia passò nel 1720 all'imperatore Carlo VI, mentre Vittorio Amedeo divenne re di Sardegna.
In seguito alla guerra di successione polacca, il figlio di Filippo V ed Elisabetta, Carlo di Borbone, ottenne il Regno di Napoli (1734) e poi quello di Sicilia (1735); i due regni furono retti in unione personale da Carlo e dai suoi successori fino all'unificazione giuridica avvenuta nel dicembre 1816, con l'istituzione del Regno delle Due Sicilie. Infine, dal gennaio 1848 al maggio 1849, vi fu un ultimo Stato, monarchico-costituzionale, conosciuto anch'esso come Regno di Sicilia.