L'etica studia i fondamenti che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico e normativo, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio, una data morale). Come disciplina affronta questioni inerenti alla moralità umana definendo concetti come il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, la virtù e il vizio, la giustizia e il crimine.
Come campo di indagine intellettuale la filosofia morale è legata ad altre discipline come la pedagogia, la filosofia del diritto, la psicologia morale, la neuroetica, l'etica descrittiva e la teoria dei valori. Quest'ultima, insieme all'estetica, riguarda questioni di valore e comprende etica ed estetica unite nella branca della filosofia chiamata assiologia o "dottrina dei valori", cioè ogni teoria che consideri quanto nel mondo è o ha valore, e per tale aspetto si distingue da quanto è invece mera realtà di fatto".[10]
«ἔθος, Ancient Greek Noun, ἔθος • (éthos) n (genitive ἔθεος or ἔθους); third declension habit, custom, manner, disposition, temper, habitually, customarily (in dative)»
(italiano) «La virtù etica, invece, deriva dall'abitudine, dalla quale ha preso anche il nome con una piccola modificazione rispetto alla parola "abitudine"»
^(EN) ἔθος - Wiktionary, su en.wiktionary.org. URL consultato il 14 aprile 2021.
^«Donna di aspetto grave, terrà con la sinistra mano l'instromento detto archipendolo, e dal lato destro haverà un leone imbrigliato. [...] Tiene appresso di sé il leone, nobile et feroce animale, imbrigliato per significare ch'ella raffrena questa parte animale dell'huomo già detta.
L'archipendolo ne dà per similitudine ad intendere che, sì come allora una cosa essere bene in piano si dimostra, quando il filo pendente tra le due gambe di detto istrumento non trasgredisce verso veruno de gl'estremi, ma s'aggiusta con la linea segnata nella parte superiore, ond'egli descende, così questa dottrina dell'Etica insegna l'huomo che alla rettitudine et uguaglianza della ragione il sensuale appetito si conforma, quando non pende agl'estremi, ma nel mezo si ritiene» ( Cesare Ripa, Etica, su limes.cfs.unipi.it, 1603.)
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